Review Party – La gita del terrore di Katherine Arden

Titolo: La gita del terrore
Autore: Katherine Arden
Data d’Uscita: 6 Ottobre 2020
Prezzo: 16 Euro (Cartaceo)
Editore: Mondadori

Trama: Ollie ha undici anni, e da quando la sua geniale e avventurosa mamma non c’è più, si sente sempre un po’ fuori posto nel mondo. Il suo unico rifugio è la lettura. Così, quando vede una sconosciuta che sta per gettare un piccolo libro nero nel torrente, d’impulso decide di salvarlo: glielo ruba e scappa via. In una notte di pioggia e vento inizia a leggere l’inquietante storia di un patto d’amore maledetto racchiusa tra le pagine del misterioso libriccino. Il giorno dopo scopre che la meta della gita di classe è proprio la fattoria della storia, un luogo che esiste davvero e che rivelerà un passato di misteri e sparizioni inspiegabili. Durante il viaggio di ritorno dalla fattoria il pullmino sul quale viaggiano Ollie e i suoi compagni si ferma… Mentre cala il buio e si alza una strana nebbia, sull’orologio rotto di Ollie, un ricordo della mamma, compaiono un conto alla rovescia e un messaggio inequivocabile: via! C’è sempre una qualche storia di fantasmi. Che ci piaccia a no. Ovunque tu vada in questo enorme, terribile mondo meraviglioso troverai sempre una storia di fantasmi ad aspettarti. A volte inventata, a volte no.

Recensione: La gita del terrore di Katherine Arden, edito da Mondadori, è il classico romanzo che avrei voluto stringere tra le mani durante gli anni delle scuole medie, quando ho avuto la mia fase di lettrice accanita verso il genere giallo, il thriller e il dark horror quello autentico, con il quale trascorrevo serate piene di plaid a coprire la vista sin sulla punta del naso, film un po’ splatter e romanzi forse destinati ad un pubblico più adulto di quanto io, all’epoca, non fossi.
Non avevo mai letto (lo ammetto) questa autrice quindi non so se questo suo nuovo lavoro, rivolto ad un pubblico più giovane rispetto ai precedenti volumi, usciti all’interno del filone fantasy, sia in qualche modo in linea con i romanzi pubblicati in passato. Tuttavia, devo dire che come primo impatto la penna della Arden mi ha fatto un’ottima impressione: è immediata, è vibrante, è secca ma, allo stesso tempo, è fonte di sfumature che si espandono sulla pagina scritta, un po’ come l’inchiostro che si rovescia, inevitabilmente, da un calamaio ribaltato sulla scrivania.
Ho apprezzato il fatto che La gita del terrore, come ben si evince dal titolo, sia in effetti un romanzo dalle tinte molto oscure e fosche ma che presenti, al suo interno, personaggi autentici i cui percorsi di formazione sono ben delineati e chiari nello svolgersi della trama (aspetto importante sempre ma soprattutto, a mio parere, nei romanzi per ragazzi).
Su tutti spicca, ovviamente, Ollie (Olivia Adler all’anagrafe) la cui passione per i libri e i romanzi in genere crea un’immediata empatia verso il lettore che non può non identificarsi in lei o rivedersi in alcuni suoi aspetti caratteriali.
Il romanzo è nel complesso davvero spaventoso. A generare inquietudine durante la lettura è soprattutto la capacità dell’autrice di rendere le atmosfere e ciò che aleggia attorno ai personaggi in maniera intensa, concreta, surreale ma palpabile.
Ad avermi accattivato è stato, inoltre, il modo ossimorico in cui i libri vengono presentati: essi possono essere luoghi perfetti per fuggire la realtà che la vita ci presenta ma, tuttavia, sono anche dotati di poteri eccezionali che, non sempre, si riescono o si possono gestire. I volumi fatti di carta sono dunque rifugi ma trappole, allo stesso tempo, in egual misura. Una visione, questa, che trapela dai capitoli di questo romanzo e che ho trovato molto interessante.
In conclusione, questo romanzo è la lettura perfetta per la stagione che ci apprestiamo a vivere, per l’autunno, per Halloween. Un unico neo è la vena malinconica e drammatica che pervade Ollie e, di conseguenza, l’intero romanzo, e che, personalmente, mi rende difficoltoso il consigliare questo libro alla leggera. Leggendo capirete meglio, ma Ollie vive una particolare circostanza, una mancanza che delinea e segna la sua vita. Spesso, nelle pubblicazioni di questo periodo legate ai giovani adulti e ai ragazzi, vengono toccate tematiche forti e difficili. Interessanti, senza dubbio, ma non sempre, onestamente, ideali per poter spingere un giovane alla lettura di quella data storia: ne parlo, in questo senso, con cognizione di causa e non so se riesco a rendere in maniera chiara il concetto.
In sostanza, da libraia, i giovani lettori sono esseri in formazione che, tuttavia, già vivono e sentono, talvolta anche in maniera più forte rispetto agli adulti. Questo fa sì che quando nel romanzo si presentano temi quali il lutto, la perdita, la mancanza, non sempre si riesce a consigliare tali storie: i ragazzi devono arrivarci da soli, questo assolutamente; ma se stanno già vivendo un qualcosa di simile nella vita vera, è impossibile proporgli un’evasione attraverso la pagina stampata se essa tocca un dolore così fresco e … Così reale.

N.B. Scusate questa mia ultima nota personale. Ma è una riflessione che faccio spesso e che mi capita di riproporre nella mente ogni volta che studio e leggo uno young adult o un romanzo per ragazzi in maniera più approfondita, per essere pronta in libreria e sul lavoro.

Rachel

© RACHEL SANDMAN

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