BLOGTOUR – 22/11/63 DI STEPHEN KING – VI tappa: Focus su Lee Harvey Oswald

Buongiorno a tutti e buona domenica!

Oggi siamo giunti alla sesta tappa di questo che è il secondo BlogTour a cui il mio blog, ancora in fase di rodaggio e crescita, ha il piacere di partecipare e che, come già alcuni di voi sapranno, ruota attorno al romanzo 22/11/63 di Stephen King.

11073463_667360506720305_8809362906066583902_n

Ovviamente, dopo le varie tappe egregiamente gestite dai blog che mi hanno preceduta, eccoci arrivati all’appuntamento da me curato e che ruota attorno alla figura forse più controversa dell’intero libro (che, vi ricordo, è stato pubblicato per la prima volta in Italia l’8 Novembre 2011 dalla Casa Editrice Sperling & Kupfer) ovvero Lee Harvey Oswald.

[n.b. L’articolo è #SpoilerFree: non troverete quindi nulla che vi anticipi fatti eclatanti della storia né tanto meno gli eventuali sviluppi, quindi … Anche chi non ha letto il romanzo può leggere tranquillamente].

«Non mi segui perché sai più cose della guerra civile dell’Ottocento che della guerra civile che lacerò il Paese dopo l’assassinio di Kennedy a Dallas. Se ti chiedo chi era il protagonista del Laureato, sono sicuro che sai rispondere. Ma se ti chiedo a chi sparò Lee Harvey Oswald solo pochi mesi prima dell’attentato a Kennedy, so che al tua risposta sarà: ‘Eh?’ Perché tutta quella storia si è persa».

«Oswald sparò a qualcuno prima dell’attentato a Kennedy?»

Con questo botta e risposta Stephen King presenta al lettore, giunto a pagina 56, quello che sarà l’antagonista, l’anima dannata, l’uomo nero della storia che si appresta a raccontare nel romanzo 22/11/’63: Lee Harvey Oswald, una mezza cartuccia piena di veleno, a cui la storia affibbia l’uccisione di uno dei leader politici e presidenti più amati della storia degli Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy.

14971405_1196627060430811_1392001566_nMa chi era in realtà Lee? Ed è davvero colpevole di un reato tanto grave quanto l’assassinio del Presidente degli Stati Uniti?

Procediamo per gradi.

Occorre innanzitutto sottolineare, come già sarà chiaro, che Lee Harvey Oswald è uno dei personaggi presenti nell’opera maestosa di King e che proviene direttamente dal mondo reale.

22/11/’63 è pertanto sì un’opera di fantasia ma fino a un certo punto.

L’ambientazione, la storia, le vicende che incombono in questo romanzo provengono direttamente dalla storia americana moderna, e il personaggio di Lee Oswald, come detto, non fa eccezione.

lee_harvey_oswald-usmcNato il 18 Ottobre 1939 a New Orleans, nella sua vita è stato prima un operaio, poi un militare ed infine un attivista statunitense.

Perché dunque viene considerato responsabile dell’omicidio di JFK, del Presidente?

Beh … L’evento che più di tutti fa pensare e propendere per un graduale mutamento del suo carattere, da membro del corpo dei Marines a comunista credente e sovversivo, è indubbiamente il suo viaggio nell’allora Unione Sovietica.

Nell’URSS, Lee cerca un riscatto, vuole sentirsi in patria, cosa che ha tentato ma non ottenuto entrando nel corpo militare e vivendo sul suolo statunitense. Ma anche questa destinazione non gli consente la svolta: la vita è dura, più dura di quanto si sarebbe mai aspettato e, dopo appena tre anni, è costretto a ritornare negli USA, con moglie e figlia al seguito.

È a questo punto che noi lettori lo incontriamo nel romanzo di Stephen King.

Quando Jack, il protagonista di 22/11/63, si ritrova in un improbabile quanto egregiamente descritto viaggio indietro nel tempo, attende infatti il ritorno in America proprio di Oswald, per poterlo poi tenere d’occhio, studiarlo, carpirne i segreti, fino a quella drammatica data che ha fatto risuonare la città di Dallas e le relative notizie funeste in tutto il mondo.

15032545_1196626937097490_2075644031_nMa è davvero Lee Harvey Oswald il carnefice? Oppure il suo nome, la sua figura è stata una semplice vittima, un tassello all’interno di un meccanismo regolato da marchingegni i cui burattinai non sono altro se non i servizi segreti, la CIA, l’FBI e tutta l’armata americana?

La grandezza di King si vede anche in questo, perché non dà una risposta. O meglio, la storia va verso una certa direzione ma volutamente il giudizio definitivo viene lasciato nella ben nota zona grigia, dove d’altronde la storia stessa ha posto l’intera questione.

L’autore resta volutamente nell’ombra e lascia che siano i personaggi a gestire quella che è davvero una storia epica, ai confini tra storia, thriller e fantascienza.

Ecco dunque che Lee viene presentato come un disertore americano, uno che aveva cambiato idea sull’URSS che, di ritorno negli Stati Uniti, svolge in apparenza un’esistenza tranquilla e normale.

Egregio è il primo vero incontro tra protagonista e antagonista, che arriva soltanto a pagina 404: sì, avete capito bene, pagina 404.

Il pensiero non aveva nemmeno finito di attraversarmi la mente quando, per la prima volta, scorsi il mio obiettivo. Robert e Lee camminavano affiancati e parlavano vivacemente. Lee dondolava avanti e indietro quella che doveva essere una ventiquattrore più grande della norma o una cartella da scolaro. […] L’espressione di Lee era … divertita? Ammiccante? Forse entrambe le cose. L’ombra di un sorriso gli apparve agli angoli della bocca. I capelli, di una tonalità scura indefinita, erano ben pettinati. Era, in effetti, il perfetto marine, con la camicia bianca stirata, i calzoni cachi e le scarpe lucide. Non sembrava un uomo che avesse appena attraversato mezzo pianeta: non una piega nei vestiti, guance perfettamente rasate … Aveva appena ventidue anni e sembrava ancora più giovane …

635809354159962897-lhoIl romanzo procede in questo modo: analizza Oswald attraverso gli occhi di Jake e sottolinea fatti di quotidiana vita domestica che si accostano, in modo naturale e per nulla scomposto, a peculiarità e fisse quasi maniacali. I libri di Karl Marx, i rapporti con un senatore, le varie supposizioni che si ammassano nella mente del protagonista e del lettore creano il pathos ideale per l’ultima parte del libro, davvero avvincente.

Non vi dirò di più: non voglio di certo rovinarvi la lettura di questo capolavoro, nel caso non lo aveste ancora letto.

112263-hulu-daniel-webber-lee-harvey-oswaldUn ultima nota però vorrei dedicarla a Daniel Webber. Chi è? Un attore australiano nato nel 1988 che ha interpretato in maniera magistrale, permettetemi di dirlo, Lee Oswald nella miniserie basata proprio su questo romanzo e prodotta dallo stesso King: 22/11/63. Webber è stato in grado di rendere non solo il lato quasi schizofrenico di Oswald, ma attraverso espressioni del viso e del corpo è riuscito a portare sullo schermo anche il lato più debole, fragile, a tratti indifeso e preda degli eventi. Fantastico.

14962386_1196627040430813_1425776300_nQuindi … Beh … Partecipate a questo BlogTour, leggetevi le tappe precedenti se ve le siete persi e partecipate al #Giveaway (cliccate QUI e compilate il modulo) per tentare di aggiudicarvi una copia cartacea di 22/11/63. Avete tempo fino a domani, 14 Novembre, giorno dell’ultima tappa e dell’estrazione.

Di sicuro un capolavoro del genere merita assolutamente la vostra attenzione!

Rachel

© Rachel Sandman

22 pensieri su “BLOGTOUR – 22/11/63 DI STEPHEN KING – VI tappa: Focus su Lee Harvey Oswald

    • Rachel Sandman ha detto:

      Eh … Secondo me il buon King è molto bravo a far trapelare un po’ della sua visione senza però risultare critico. Di sicuro, come detto, il libro si basa su fondamenti storico quindi la fantasia arriva per alcune scelte nella trama, ma il nocciolo è ovviamente e storicamente vero 😉

      "Mi piace"

  1. Laura Colucci ha detto:

    Bellissima tappa! King è davvero un genio per aver scritto un libro di tale portata! Non l’ho ancora letto ma l’idea che abbia unito fantasia e storia reale in un mix perfetto è davvero uno stimolo alla lettura! Per inciso anch’io sono per la tesi del complotto, gli americani i complotti li mangiano a colazione,quindi qualcosa sotto c’è sicuramente!

    Piace a 1 persona

  2. NotLoved ha detto:

    Mi associo anche io alla teoria del complotto.
    Secondo me Kennedy era visto come “scomodo” da molti e per quanto i criminali possano essere intelligenti, per me è altamente improbabile che Oswald abbia fatto tutto da solo.
    Non so chi, ma sicuramente qualcuno gli ha dato una mano.

    Piace a 2 people

Lascia un commento